L’idea di costruire a Canzo una sezione del Club Alpino Italiano prese forma nel ‘46 durante una delle tante salite ai Corni e si sviluppò nei mesi seguenti. Venne discussa inizialmente all’osteria del “Simonin” (Valsecchi), dove si parlava tra bicchieri di bianco o di rosso, pochi a dire il vero, o di gazzosa, visto che il caffè non solo non era di moda ma non esisteva.
L’atmosfera di quel locale, come nelle altre osterie di una volta, era particolare e raggiungeva l’apice in autunno con il profumo della vendemmia offerto dal torchio ubicato nel cortile d’ingresso e dalle caldarroste di cui la gente era ghiotta. Chiusa l’osteria del “Simonin”, si passò a quella del “Merican”, dove fu stesa una dichiarazione d’intenti che riguardava la creazione della sezione. Il passaggio da un’osteriaall’altra, che pure può sembrare pittoresco, era semplicemente dovuto al fatto che quei locali erano gli unici punti comuni di ritrovo, dove venivano anche trattati affari importanti. Subito fu evidente l’impegno morale dei pionieri, testimoniato da frasi come “Andare in montagna non significa fare una scampagnata, far baccano e confusione, ma tendere alla conquista di mete difficili con sacrificio aiutandoci e comprendendoci”, o “ Andare in montagna significa rispettare la natura e rispettare noi stessi rispettando la natura”. Dato che per problemi numerici non era possibile costituire una sezione, ci si doveva accontentare di una sottosezione facente parte di una sezione già costituita. Il desiderio dei promotori Canzesi era di far parte di quella di Lecco, per il suo prestigio e per l’amicizia con tanti di loro, ma le regole imponevano che una Sottosezione nascente appartenesse alla Sezione territorialmente più vicina, quella di Caslino d’Erba in quel caso, o di Asso. Anche per lo spirito campanilistico che regnava allora nei paesi, in parte ancora esistente al giorno d’oggi, la cosa però non era accettabile. Il dottor. Pina Felice e il ragioniere Sandro Toppi si recarono allora a Milano, presso la sede centrale del Club Alpino Italiano, dove non fu loro difficile, grazie anche alla fama che Canzo godeva tra gli alpinisti Milanesi , a ottenere il benestare per l’appartenenza alla sezione di Lecco. I lecchesi, che in quel periodo avevano come presidente Riccardo Cassin, accettarono con grande piacere la richiesta degli amici di Canzo.
L’accordo venne stipulato il 6 Marzo del 1947, giorno in cui nasceva la Sottosezione di Canzo. I primi soci, ideatori e fondatori, furono Felice Pina, che ne assunse la prima presidenza, Sandro Toppi, Luigi Paredi e Gian Pietro Silva. L’anno successivo entrarono a far parte del sodalizio Franco Redaelli, Virgilio Valtorta, Siro Paredi, Bruno Tavecchio, Il Dr. Giancarlo Molteni, Piero Conti e Piero Della Santa. A quel punto però diventava necessaria una sede adeguata. Il sindaco di allora, Silvio Reali, capito l’importanza dell’iniziativa, mise a disposizione un locale, una specie di cantina con tanto di camino, ubicato in fondo al cortile del palazzo comunale. Venne quindi rimediato l’arredamento indispensabile e ci fu anche chi si offrì per tenere il locale in ordine e pulito. Era la signora Ceriani, la “Bundina”, che prima di ogni riunione si preoccupava di accendere il camino per creare un po’ di calore. Incominciarono così i primi veri incontri di lavoro, che in autunno si concludevano sempre con una bella padella di caldarroste fatte sul fuoco e consumate in compagnia di un buon bicchiere di vino.
La sottosezione di Canzo era ormai cresciuta e il numero dei soci si avvicinava ai 100 richiesti dal regolamento centrale de Club Alpino Italiano per diventare Sezione. Naturalmente a spingere in tal senso era anche lo spirito di indipendenza e la consapevolezza di sapersi autogestire, anche se i rapporti con la Sezione di Lecco erano sempre stati ottimi e caratterizzati dall’amicizia. I tempi erano quindi maturi, e fu proprio in occasione del venticinquesimo di fondazione che l’allora reggente, Guido Basilio, incominciò a darsi da fare perchè le tessere arrivassero a cento. Raggiunto, anzi superato quel primo traguardo, venne inoltrata la richiesta alla sede Centrale, dopo che Riccardo Cassin, presidente del CAI di Lecco in quei tempi, come lo era stato nel momento della fondazione della Sottosezione, aveva dato il benestare alla domanda degli amici Canzesi. Il passaggio a sezione avvenne il 6 giugno del ‘76 , con una grande festa alla quale parteciparono i numerosi amici della ex-Sezione madre, quella di Lecco. Da allora la neonata Sezione Canzese continuava con rinnovato vigore le attività che l’avevano già vista impegnata con la montagna, comprese quelle di carattere più di tipo sociale che l’avevano portata all’adesione alla F.I.E., alla F.I.S.I. Con il ritorno delle persone passate in un primo tempo allo Sci Club e poi rientrate, al gemellaggio con la VAM di Milano (Vedette Alpine Milanesi), ora decaduta, e a quello con lo Sci Club di Paullo. Oltre che dalla quota dei tesserati, la Sezione poteva finanziare le proprie attività con i fondi del Comune, della Provincia, della Comunità Montana e del’Azienda Regionale delle Foreste erogati però a fronte della collaborazione del CAI, e quindi dei suoi servizi nel territorio.
Fin dall’inizio i soci sentirono la necessità di una sede per il proprio CAI, dove potersi ritrovare per organizzare le attività e la crescita della Sezione. Alla fondazione il Comune diede loro provvisoriamente una mano, mettendo a disposizione un locale con camino situato in fondo al cortile dell’edificio comunale. Ma erano tempi difficili, nei quali la disponibilità di un localerappresentava un enorme valore , per cui presto si ritrovarono ospiti nei locali della Società Operaia, del “Crotto Piemunteisa” di via Meda. Lì vi restarono un paio di anni, poi si trasferirono all’osteria del “Merican” che aveva visto nascere il CAI. Dal “Merican” si spostarono ancora, ospiti questa volta dell’Albergo Canzo al quale seguì, finalmente, la prima vera sede della Seziona, quella presso Casa Toppi di Via Meda. Il peregrinare da un luogo all’altro tuttavia non era ancora finito. La sede attuale del CAI Canzo si trova infatti presso Villa Meda, in due comodi locali in comodato d’uso dal Comune.